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TOUR CORREGGIO E PARMIGIANINO

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CORREGGIO E PARMIGIANINO A PARMA

Vi accompagnerò lungo un intrigante percorso attraverso la vita e le opere di Correggio e Parmigianino: visiteremo Parma e la Rocca Sanvitale di Fontanellato in un itinerario di 6 ore fra mattina e pomeriggio.

In alternativa, avendo a disposizione solo 3 ore vi guiderò tra i luoghi di Parma dove potrete ammirare gli affreschi più importanti di Correggio e Parmigianino.

Parma ai tempi di Correggio e Parmigianino

Nella seconda metà del Quattrocento si respira un’aria nuova a Parma.

Idee, novità architettoniche, cantieri prendono forma, guidati da esigenze sociali e da uomini colti che introducono in città le nuove concezioni rinascimentali che avevano già fatto bella Firenze e altre città italiane.

L’ospedale della Misericordia ora Ospedale Vecchio, e il monastero benedettino di San Giovanni Evangelista sono i primi frutti di questo rinnovamento.

Artisti del legno come Cristoforo e Bernardino Canozi da Lendinara e l’arrivo a Parma di opere del pittore veneto Cima da Conegliano affineranno il gusto estetico delle famiglie aristocratiche e delle élite colte che gravitavano attorno a Parma dando vita ad un tessuto culturale che porterà Correggio nella città.

Il celebre pittore ha imparato a tenere il pennello in mano in quella fetta di pianura che si stende fra Reggio Emilia e Modena, ha lavorato nella bottega di Andrea Mantegna a Mantova e probabilmente lo ha conosciuto.

La vita di Antonio Allegri, chiamato il Correggio dal nome del suo paese natale, è dedicata al lavoro e alla famiglia. L’amata moglie gli darà quattro figli, un maschio, Pomponio, e tre femmine che nasceranno a Parma dove l’artista visse per circa 10 anni.

Una curiosità: negli archivi della Fabbriceria della Cattedrale di Parma sono conservati i registri di battesimo dove è puntualmente annotato il Battesimo delle tre figlie, Francesca Letizia, Caterina Lucrezia, Anna Geria.

È a Parma che Correggio riuscirà a far splendere il suo genio dipingendo le opere più belle e innovative , dal 1518 al 1530 – 1534: la Camera di San Paolo, la cupola della chiesa benedettina di San Giovanni Evangelista e la cupola della Cattedrale di Parma definita La più bella di tutte.

Grazia, certezza, fiducia, spontaneità, umanità e amore sono i moti dell’anima suscitati dai suoi dipinti. Sembrano realizzati con estrema facilità come se non ci fossero studio e fatica nel concepirli e realizzarli.

Le Madonne, le sue dee, le sue donne compiono gesti e esprimono sentimenti umani. Madonne che scostano il bordo della manica dall’acqua per non bagnarlo oppure che abbracciano Bambin Gesù vivaci dallo sguardo monello, dee spettinate che guidano carri in movimento, Apostoli muscolosi e scapigliati che conversano animando le sue scene, come se con il pennello Correggio cogliesse un istante di vita autentica.

Francesco Mazzola, il Parmigianino, ha 15 anni quando Correggio realizza il primo grande affresco a Parma per la badessa Giovanna nel monastero di San Paolo.

Possiamo immaginare che il giovanissimo e talentuoso Francesco abbia guardato con ammirazione e stupore le innovazioni dell’artista più grande di lui, cercando di fare propria l’idea della trasformazione di una struttura muraria in un racconto che illude il visitatore di avere davanti ai propri occhi una pergola, ovali di cielo, un roseto, un’apertura nell’azzurro, e non una volta o un soffitto.

Parmigianino sarà un pittore geniale al pari di Correggio.

Il giovane Francesco, figlio d’arte e nato a Parma nel 1503, esprimerà in pittura l’inquietudine del suo spirito e dell’epoca storica che sta vivendo. Le sue opere e i suoi ritratti di raffinata bellezza ci lasciano con un interrogativo che non trova risposta.

La sua prima grande opera, realizzata a 20 anni, è la narrazione pittorica del mito di Diana e Atteone nella stanza segreta della Rocca Sanvitale di Fontanellato.
La dea nuda illuminata dalla luce lunare, i cacciatori, le ninfe, i cani, il cervo, i putti, i bimbi e le rose raccontano di una punizione ingiusta e il nostro sguardo è attirato dallo specchio che ci invita a riflettere sulla fine, ossia sul destino.

Le Vergini Savie e le Vergini Stolte, dipinte nella Chiesa di Santa Maria della Steccata di Parma a partire dal 1531, sono simili a dee pagane, snelle, sensuali, dalle vesti trasparenti che aderiscono ai seni, al ventre e alle cosce, di virginale non hanno che i vasi d’argento con i gigli.

Sembra danzino ai lati dei rosoni dorati insieme all’enigmatico groviglio dei simboli dei quattro elementi fra i quali spiccano bucrani che beffardi incrociano gli occhi e mostrano la lingua.

RICHIEDI TOUR

 

Durata 6 ore
  • Destinazione
  • Partenza
    Da concordare con il visitatore
  • Incluso
    TOUR CORREGGIO E PARMIGIANINO
  • Non Incluso
    Ingressi
    Pranzo
    Transfer